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Viaggio MARZO 2016

Quando abbiamo deciso di partire alla volta del quinto paese più grande del mondo, ...

 

...per conoscere da vicino e prendere parte alle attività organizzate dall’associazione Amici del Brasile nelle zone rurali del comune di Tururu, non sapevamo ancora a quali esperienze saremmo andati incontro.

Prima di raccontare la nostra avventura, occorre precisare che eravamo un gruppo di volontari bene assortiti –un’assistente sanitaria, un architetto e una contabile-, carichi di buona volontà ma sprovvisti di vere e proprie competenze in ambito educativo.

Dopo molte ore di volo e uno scalo, il 02/03/2016 siamo finalmente atterrati in Brasile, entusiasti e speranzosi di poterci rendere utili. All’arrivo ci ha subito accolto una ventata di caldo e di umido, che ha dato il via al nostro movimentato soggiorno.

Le nostre giornate sono state scandite dalle visite alle varie comunità scolastiche, nelle quali, insieme a Danila e Terezinha, effettuavamo il censimento degli studenti, valutavamo eventuali bisogni della comunità ed affrontavamo problematiche portate alla luce dalle docenti.

Di queste visite, ci ha colpito piacevolmente l’ospitalità che ci è sempre stata riservata. Ci siamo subito sentiti parte integrante della comunità: i sorrisi dei bambini, la riconoscenza delle insegnanti e gli abbracci sinceri delle inservienti ci hanno dimostrato che l’associazione è davvero importante per loro. Anche al di fuori dell’ambiente scolastico, comunque, tutte le persone incontrate durante questo viaggio sono sempre state molto riconoscenti, ed abbiamo potuto comprendere che nel corso degli anni Danila e Terezinha sono diventate un punto di riferimento per l’intera comunità. Ciò che l’associazione ha fatto e sta facendo si può leggere negli sguardi gentili degli abitanti di Tururu, prova evidente che si è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Anche grazie al calore ricevuto, operare sul campo è stato di sicuro più gratificante rispetto al lavoro che avremmo potuto svolgere da un ufficio, comodamente seduti dietro ad una scrivania. Nonostante la fatica causata dalla sveglia all’alba e dalla difficoltà nell’organizzare le varie uscite, verificare di persona la buona riuscita degli interventi di educazione è stata un’esperienza divertente e formativa, oltre che sicuramente più efficace di un controllo effettuato a distanza.

Fra i tanti ricordi, non potremo mai scordare il pranzo a base di pesce cucinato apposta per noi dalle insegnanti di Uruburetama, la capoeira improvvisata dai bambini della comunità di Conceição dos Caetano, il “Bom Dia” canticchiato appena entravamo nelle varie classi e gli occhi curiosi degli studenti affascinati dalla macchina fotografica, i loro abbracci e il loro voler interagire a tutti i costi nonostante la barriera linguistica; e ancora le corse verso la mensa durante la distribuzione della merenda fornita dall’associazione a base di riso, fagioli e pollo e che per molti di loro costituisce il pasto più importante della giornata, il rally con il pick up per le strade sterrate per raggiungere le comunità, la natura incontaminata e selvaggia e il senso di pace che trasmetteva, gli animali che pascolavano liberi e le piogge improvvise.

Durante il nostro soggiorno, inoltre, non sono certo mancati nemmeno i momenti di svago e di relax, i quali hanno arricchito ulteriormente la nostra esperienza. La giornata passata al mare a Mundau, la festa di laurea di Miracy e la visita della città di Salvador de Bahia durante il weekend sono gli esempi più eclatanti, ma insieme ad essi vogliamo ricordare anche i pisolini nel patio sdraiati sull’amaca, gli assaggi dei vari frutti e piatti brasiliani, il succo a base di Acerola preparato alle 10 di sera per sentirci un po’ più brasiliani e le chiacchiere e le risate fra di noi prima di andare a letto.

Il Brasile, terra dalle più svariate contraddizioni, ci ha regalato grandi emozioni e attimi irripetibili.

 

Giusi

Giulia

Guido

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